Gli altari laterali ospitano due pale che sono state probabilmente commissionate in occasione dell’apertura delle nuove cappelle (1633). La Madonna della Cintura è attribuita ormai con sicurezza a un pittore transalpino, Martino Teofilo Polak (n. 1570 ca. – Bressanone 1639). Cade così la vecchia attribuzione, fatta dall’ abate Giuseppe Monti (San Nicolò 1808 – Candide 1871) al pittore Cesare Bagni (ma è Begni), presente con due opere nella parrocchia di Candide.
Nel dipinto è raffigurata una Madonna con Bambino, in gloria, attorniata da angeli, che tiene in mano la Cintura della Confraternita omonima; in basso si riconoscono i Santi Agostino e Monica, fondatori della devozione alla Cintura, in mezzo, S. Nicolò da Tolentino (giglio in mano e sole sul petto).
Nell’altare contrapposto il Martirio di S. Valentino è di un famoso esponente dello stile “tenebroso” veneto della seconda metà del Seicento, Antonio Zanchi, la cui produzione è vastissima e le cui opere sono disseminate tra chiese e Scuole di Venezia, Padova, Treviso, Rovigo, ecc. Rappresentano frequentemente scene di peste e martìri di Santi. Il documento che autorizza il marigo di San Nicolò a pagare la pala di S. Valentino é del 1681.
Nel 1684, il 30 agosto, viene consacrato l’altare ligneo che era stato fatto fare apposta per incorniciare l’opera dello Zanchi. Vi lavorarono i fratelli Ghirlanduzzi di Ceneda, famosi intagliatori e doratori, già attivi con successo in altre chiese del Cadore e del Bellunese. Subito la comunità di San Nicolò decise di far fare dagli stessi Ghirlanduzzi anche l’altare della Madonna, che infatti ora fa pendant a quello di S. Valentino.