Comelico Cultura    

MARCHIO DI FAMIGLIA
AL SEGNU D CEDA

Si  presume che gia i Celti ed i Paleoveneti organizzassero l’esbosco e la fluitazione dei legnami marchiati con i segni di proprietà.  Un cippo risalente al II sec d.c .ritrovato a Belluno menziona del commercio del legname nei boschi  del Cadore.  Nell’editto di Rotari, re dei Longobardi,  vengono descritte pene che prevedevano anche l’amputazione  della mano per chi utilizza nuovi contrassegni su alberi non suoi o li utilizzi senza l’ordine del relativo proprietario. E’ in discussione la similitudine tra i segni delle Regole e gli alfabeti preromani. Nel 1200 vengono menzionate in Cadore l’esistenza di confraternite “Le fràdes” che disponevano di “maze de fràdes” in legno sulle quali venivano incisi i segni di casa dei fondatori. Con la nascita delle Regole i “segni di casa” entravano man mano nell’uso comune, raccolti in liste che servivano al controllo della presenza dei regolieri alle pubbliche assemblee ed  utilizzati negli atti pubblici dagli analfabeti al posto della più umiliante crocetta. I Laudo di Oltrerin (1613) fa riferimento ai “segni di casa” a conferma dell’esistenza di registri tenuti da Marighi e Saltari. Dall’identificazione delle piante e dei tronchi da fluitare si passa alla legna da ardere ( i culnes) e da costruzione (travature), poi agli attrezzi e ai prodotti caseari (stampu dl' ontu)

I “segni di casa”  vengono in parte sostituiti, specialmente per gli attrezzi, dalle iniziali alfabetiche impresse anche a fuoco tra le quali, in caso di omonimia, compariva il segno di casa.

Anche oggi, pur in minima parte, questa tradizione continua.

Bibliografia: Segni nelle Dolomiti orientali di Gianni Pais Becher e Ada Martella.